TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 22/10/2008
   

CHE COSA FA AGLI ESSERI UMANI QUESTO "INFERNO CREATO DALL'UOMO"

(Domingo Cantu, n° 924)

Sto per compiere il mio 6° anno in prigione. E' tempo per un altro doloroso e noioso anniversario in questo "inferno creato dall'uomo". Io spero e prego per molti anni ancora a venire, non tanto per il dolore, la paura, la rabbia, la frustrazione e le lacrime, ma solo per la sopravvivenza, la vita per se stessa. Non avrei mai immaginato che diventare un uomo fosse cosi' duro e doloroso, ne' avrei mai sognato di maturare in un posto come questo inferno creato dall'uomo, che mi ha cambiato in molti modi. Questo posto ha fatto uscire il mio lato piu' oscuro, una parte di me che non avevo mai visto prima, ne' pienamente saputo che esistesse in me.

Questo inferno non solo ha tirato fuori la parte piu' oscura del mio essere uomo, per gli atti violenti che ho compiuto, ma mi ha anche aperto gli occhi sulla realta' che affronto come molti altri prigionieri condannati. Ci ho messo quasi 6 anni per realizzare che ero perduto come essere umano, ma e' quello che questo posto ha il potere di fare ad un individuo. Non e' per scusarmi, ma veramente sentivo e sapevo che questo posto riesce a trasformare un individuo non violento in un individuo malvagio. Parlo per esperienza, perche' io ero, un tempo, un individuo trasformato da questo posto. Anche se non potro' mai cambiare gli atti colpevoli che ho compiuto da quando sono qui, posso ancora cambiare me.

Quando arrivai per la 1° volta in questo inferno, ero estremamente spaventato perche' non sapevo cosa mi aspettasse. La sola cosa che sapevo era che entravo in un nuovo mondo, in cui gli esseri umani esistono e la vita prosegue senza riguardo per l'incerto futuro di ognuno. Piu' tardi avrei anche imparato che il braccio della morte e' un posto in cui si e' dimenticati dalle persone amate, dagli amici e dai membri della nostra famiglia.

La lotta per la vita in questo inferno non e' facile. Alcuni di noi si mettono nelle mani di Dio per potersi sentire psichicamente bene e in pace, mentre altri continuano per anni a cercare la propria identita'. Alcuni si ritrovano, altri no. E ancora, alcuni perdono la speranza e diventano violenti, perche' ci torturano mentalmente, e non ci importa piu' di nulla. Cosa ci rimane di cui ci possa importare? Per debolezza perdono speranza per la vita e si suicidano o rinunciano a chiedere appelli, o trovano duro sopravvivere e convivere con la crudele realta' che si affaccia ogni giorno nel braccio, cosi' impazziscono.

Non dimentichero' mai quel primo giorno, quando arrivai in questo nuovo e imprevedibile mondo. Le mie vere sensazioni di allora sono inesprimibili. Solo quelli che hanno attraversato queste porte sanno cio' che provai e con cui vissi ogni giorno. Quando entrai in quella cella (il cubo che avrei imparato a chiamare casa ed in cui dovevo vivere il tempo che restava della mia vita, finche' il mio destino non fosse stato deciso), quando quella porta metallica si chiuse sbattendo dietro di me, quello fu il momento in cui realizzai che ero davvero all'inferno. L'unica cosa che potevo fare in quel momento era sedermi su quella branda dura ed esprimere la mia sofferenza e la mia frustrazione attraverso lacrime silenziose, che scendevano lungo il mio giovane viso. Chiesi a Dio: "Perche' io?" , ma ancora non c'e' stata risposta. Mentre passavano i mesi, imparai ad adattarmi ai miei nuovi confini tra queste mura. Fu allora che comincio' il mio viaggio verso la maturita' e la ricerca dell'identita'. Sapevo che era tempo di buttar via i miei pensieri infantili e diventare uomo. Cio' che mi aiuto' a restare forte fu il contatto che ebbi con la mia famiglia. Era tutto cio' che avevo lasciato nella vita. Ma come i mesi passavano e diventavano anni, la speranza e la fede in Dio diminuivano, cosi' come diminuiva la mia comunicazione con la famiglia. Quando le speranze e la fede svanirono, allora la mia vita non violenta si trasformo' in violenta. Un giorno cominci a sentire che nessuno ha bisogno di te in nessun modo, ti senti inutile... allora muori dentro. E quando sei morto dentro diventi una persona differente.

Di me non mi importava piu', semplicemente mi ero stancato di aspettare giustizia. Sentivo che se stavo andando a morire per il crimine di cui mi avevano accusato, allora potevo prendere la vita di qualcun altro per rendere la mia sentenza di morte appropriata. Alcune persone direbbero che talvolta sono violento, altre direbbero che ho un cuore tenero, dipende da chi mi giudica. Ma nessuno sa meglio di me che sono solo una creatura della specie Homo Sapiens, che secondo me va considerata la piu' distruttiva delle creazioni che vivono su questo pianeta chiamato Terra. Non sono orgoglioso di dire che da quando sono qui ho attraversato il recinto del cortile di ricreazione per raggiungere 2 prigionieri come me, per la rabbia e per l'odio che mi crescevano dentro. La mia prima vile aggressione risale a 3 anni fa. A quel tempo non avevo capito quanto ero stato trascinato lontano dalla mia umanita'. Ero cieco al fatto che l'illusione creata dentro di me stesse diventando realta'. Avevo perso l'importanza della vita, era diminuito il mio rispetto per la vita degli altri, come la speranza e la fede in Dio. Il mio odio e la mia rabbia verso i miei catturatori e accusatori cresceva, finche' divenni un bruto che aveva sete di sangue. Il tipo di animale a cui le persone nel mondo libero pensano quando sentono parlare del braccio della morte o di un altro crimine capitale commesso.

Ma la verita' e' che non ci sono bestie nel braccio della morte. Siamo anche noi uomini della nostra specie, la stessa specie che dice di cercare giustizia uccidendo uomini e donne per gli errori che hanno commesso durante la loro vita. Cosa li rende migliori di quelli di noi che sono finiti in questo inferno? Il carnefice pensa che Dio lo ricompensera' per la vendetta che nasconde sotto il nome di "giustizia"? Non credo. Solo dopo il mio 2° vile attacco ad un altro detenuto realizzai che non ero il vizioso killer che pensavo di essere. Conosco la sensazione di "giocare a essere Dio", come fa lo Stato, e non e' buona, ti fa sentire malato dentro. Avrei potuto facilmente prendere la vita del 2° prigioniero che attaccai, ma l'essere umano che e' in me prese il sopravvento. Guardando negli occhi quel prigioniero, quello sguardo di essere umano ed il sentirlo implorare per la sua vita mi fece realizzare che non potevo arrivare a prendere la vita di un altro, senza riguardo a tutta la mia rabbia e l'odio verso i miei catturatori e quelli che falsamente mi hanno giudicato e condannato.

Ammetto che la mia disperazione fu cosi' grande da voler prendere la vita di un altro, ma quando l'opportunita' si offerse, capii che non potevo farlo. L'uomo malvagio che questo inferno stava creando mori' quel giorno. Ora mi soffermo a pensare perche' prendere la vita di un prigioniero che sta lottando per la sua? Se e' per riconoscenza, approvazione e rispetto, allora sento che quelle erano stupide motivazioni. Mi sento come se dopo tutti questi anni avessi ritrovato la mia identita'. Ora so che sono finalmente maturato in un vero essere umano, penso che questo inferno porti un uomo a conoscere e realizzare l'importanza della vita come essere umano. Quelli di noi in questo inferno che non sono bestie incivili, sono parte della specie umana.

Da quando sono in questo inferno ho combattuto duramente per restare forte e sano. Ci sono volte in cui sento che sto per cedere di colpo, ma nel profondo del cuore ci sono scintille di una piccola fiamma che e' il mio desiderio per la vita, che mi fa andare avanti. L'unica benzina che fa bruciare questa fiamma sono la mia carta e la mia penna. Mai avrei immaginato che ci fossero cosi' tante persone che si preoccupano di come io e molti altri prigionieri viviamo in questo atroce posto.

Io sono stato abbastanza fortunato da venire in contatto con una donna molto speciale, che tiene profondamente a me, come io a lei. Questa speciale signora ha trasformato la mia fiamma in fuoco che continua a sprigionarsi e liberarsi, ma mi ha anche insegnato a guardarmi allo specchio e vedere l'individuo che sono diventato. Io veramente sento che Dio ha mandato questa bella donna nella mia vita per aiutarmi a trovare la mia reale identita' e capire il dolore che ho causato a me stesso e agli altri. La mia lotta per la vita continua, e la sofferenza, il dolore, la frustrazione ancora esistono tutti i giorni, ma ho chiesto a Dio di entrare nella mia vita, di aiutarmi e darmi forza per continuare a lottare per la giustizia e la pace mentale, e anche a tenere il malvagio individuo che so che esiste in me ben chiuso all'interno. So che un giorno la giustizia che mi fu negata verra'. Da quando ho chiesto a Dio di tornare nella mia vita egli mi ha riportato il supporto della famiglia e la comunicazione che cesso' un paio di anni fa.

Sono felice di cio' perche' ho sinceramente bisogno di restare forte e sano in questo posto atroce. Pace per tutti quelli che continuano a lottare per la vita e l'esistenza in questo inferno creato dall'uomo.

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